La storia di Matteo, produttore di vini naturali
Questa storia comincia a Lambrate, uno storico quartiere milanese ben noto agli studenti delle facoltà scientifiche della città, che qui trovano casa nelle vicinanze della più rinomata Città Studi. Insomma, non propriamente un luogo in cui si coltiva la vite. Matteo Canzii ha frequentato a Lambrate le medie e il liceo e si è spostato giusto di poche centinaia di metri per andare all’università: Facoltà di Agraria. Da milanese appassionato di enogastronomia, studia da sommelier alla sera, si appassiona all’enologia naturale, tanto da volerne fare un mestiere. Ma come si fa a diventare produttori di vino, senza neanche un nonno o almeno un lontano parente che possieda del terreno adatto a coltivare viti da qualche parte?
L’incontro fortunato con Tommaso e l’avvio del sogno della vinificazione naturale
Nel 2015 Matteo incontra Tommaso Gallina, che invece le vigne ce le ha eccome, e pure una cantina splendida all’interno di una villa antica che fu la dimora estiva di re Vittorio Emanuele e della sua famiglia. E soprattutto, Tommaso crede anche lui nella vinificazione naturale. Tra i due c’è sintonia, ne nasce una collaborazione e così il Matteo di Lambrate comincia a muovere i primi passi tra i filari e a collaborare con le prime cantine che condividono la sua stessa filosofia produttiva.
Le poche regole di produzione dei vini “con l’anima”
“I vini naturali – dice Matteo – non seguono un disciplinare, ogni produttore è libero di interpretare la vinificazione secondo i suoi criteri, rispettando poche regole fondamentali: rispetto del ciclo vegetativo della pianta, pochi passaggi, nessuna aggiunta di sostanze – giusto rame e zolfo in campo. La vigna in cui si producono grappoli col metodo naturale sembra incolta, le erbe spontanee non si strappano perché trattengono l’umidità del terreno. In cantina ci vuole la massima attenzione, non si fanno processi di chiarificazione né di filtrazione, il vino è il prodotto dell’uva fermentata e basta. A chiarificare il vino ci pensa il generale inverno, per decantazione. “
I vini naturali tra tradizione e tecnologia
Come il vino dei nostri nonni? “Non proprio, adesso abbiamo la tecnologia. È il vino vero del contadino che diventa prezioso e ruvido, e non ti fa venire il mal di testa il giorno dopo perché contiene l’80% in meno di solfiti rispetto ai vini tradizionali. “
Alcuni passaggi sono frutto di tradizioni antiche: si imbottiglia con la luna calante, il vino naturale ha un’anima. C’è chi giura che il sapore e il profumo cambiano a seconda della fase lunare che c’è quando li si assaggia: sono vivi, veritieri, spontanei.
I vini di Matteo: naturali e indomabili come lui
Finalmente nel 2019 nascono i primi vini naturali a marchio “Riflesso”: i vini di Matteo sono a base di freisa, barbera, grignolino, riesling, ma anche di varietà rare come il timorasso e la malvasia di Casorzo. Le uve vengono da Godio, Odalengo Piccolo, Ponzano Monferrato e Casorzo: luoghi di lunga tradizione enologica, dove convivono metodi tradizionali e approcci nuovi.
A far brillare gli occhi a Matteo, più che il numero delle bottiglie che ha prodotto in questi anni o i riconoscimenti che ha ricevuto fino ad oggi, è il carattere dei vini che produce: sono vini che dureranno a lungo, che forse andranno oltre la sua stessa vita. Vini indomabili, proprio come lui.
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