Gli spazi di rigenerazione tra cultura e cambiamento: il caso di San Mauro Castelverde, il borgo siciliano che acquisisce nuova identità grazie alla poesia
Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta dei Civic Places, i luoghi di impegno civico premiati da Fondazione Italia Sociale, ma rimaniamo in Sicilia. Raccontiamo oggi la storia di San Mauro Castelverde, un piccolo borgo nella provincia di Palermo, ed in particolare di una sua piazza, la piazzetta Paolo Prestigiacomo, che da anonimo luogo di passaggio si è trasformata in un motore di cultura e innovazione per tutto il paese.
Il comune di San Mauro Castelverde è un piccolo borgo montano all’interno del parco delle Madonie che conta poco più di mille abitanti. Per decenni è stato noto solo per essere uno dei principali mandamenti mafiosi palermitani, ma ciò che molti ignorano è il legame che questo paese ha con la poesia.
Nasce qui infatti nel 1947 Paolo Prestigiacomo, poeta e scrittore poco conosciuto ma che rientra sicuramente tra le figure più significative della letteratura italiana del secondo Novecento.
E sono proprio la piazzetta e il Festival di Poesia a lui dedicati che stanno trasformando negli ultimi anni l’intero paese. Per raccontare al meglio la realtà di San Mauro e del Festival della Poesia Paolo Prestigiacomo abbiamo fatto alcune domande a Fabrizio Ferreri, autore e docente che collabora insieme a tanti altri alla rivitalizzazione culturale del borgo.
La riscoperta di Paolo Prestigiacomo, poeta e scrittore “maurino”, come propulsore dello spazio di rigenerazione culturale
Come descrivereste San Mauro Castelverde e tutta la realtà che sta dietro alla piazzetta Paolo Prestigiacomo?
Lo slogan che ci rappresenta, e che è diventato espressione della grande fase evolutiva del borgo di San Mauro Castelverde, è “dal mandamento al cambiamento”.
La piazzetta Paolo Prestigiacomo, in connessione a tutti gli altri siti del Festival di Poesia Paolo Prestigiacomo, dà rappresentazione materiale a una grande operazione di riappropriazione e valorizzazione dell’identità locale in atto con la riscoperta dell’opera e della figura del poeta.
L’opera letteraria di Prestigiacomo, con il Festival che gli è stato costruito intorno, è diventata l’occasione e lo strumento per leggere il territorio maurino con occhi nuovi, per pensarsi da una prospettiva diversa, per guardarsi da fuori ma non attraverso un occhio estraneo. Il lavoro sulla figura di Paolo Prestigiacomo è diventato, e sta diventando, lo spazio aperto di una comunione, una leva di auto-coscienza, di auto-costruzione e di ri-costruzione di una comunità.
Il processo di rigenerazione culturale: dall’idea alla realizzazione
Quando e come nasce l’idea di trasformare una piazza in un luogo di incontro e valorizzazione culturale?
La piazzetta, grazie al Festival Paolo Prestigiacomo, è stata trasformata da anonimo luogo di passaggio a spazio di progettazione artistica e sociale con una valenza di risposta e di rivalsa verso le dinamiche interne e macro-sistemiche che cooperano fatalmente in direzione della progressiva marginalizzazione di paesi montani come San Mauro Castelverde.
L’idea di valorizzare la piazzetta e in generale di promuovere un processo trasformativo di rigenerazione culturale del borgo si deve, come accade spesso, a un intreccio di fattori dispersi che improvvisamente si ritrovano affiancati, principalmente: la volontà della poetessa di fama nazionale Gabriella Sica di riportare a galla l’opera del Prestigiacomo; il sostegno da parte del fratello del poeta, Nunzio, deceduto purtroppo l’anno scorso; il desiderio del Sindaco e della comunità, in particolare della componente più giovane, di puntare sulla cultura per liberare nuove energie di futuro.
Il processo di rigenerazione culturale: i protagonisti
Chi sono i protagonisti di questo progetto?
Ci sono due attori fondamentali: i poeti che vengono da tutta Italia e la comunità maurina.
I poeti e i critici che arrivano ogni anno a San Mauro Castelverde sono agenti entusiasti di un processo di rigenerazione culturale basato sulla funzione civile della poesia. La poesia può così tornare a esprimere una sua vitalità, che non è quella del testo in funzione del critico dentro a un sistema chiuso, ma è la vitalità di un messaggio che entra nelle fibre del mondo e le scuote.
La piccola comunità maurina poi è al centro del progetto perché non soltanto “riceve” il Festival ma lo co-progetta divenendone protagonista. La comunità locale è molto presente, soprattutto i giovani del luogo che si occupano della logistica e della comunicazione, le diverse associazioni che si prodigano per l’organizzazione delle visite del borgo, i gruppi artistici, gli esercenti locali. Un intero paese, in altre parole, si ritrova e riconosce nel Festival.
Il Festival: occasione di incontro e di celebrazione
Il Festival Paolo Prestigiacomo è quindi un’occasione di incontro tra persone del luogo e non, ma anche di celebrazione della poesia e del territorio.
I momenti che caratterizzano il Festival sono diversi e hanno lo scopo di coinvolgere una platea varia e numerosa. Vengono organizzati laboratori di poesia e teatro rivolti agli alunni delle scuole del territorio, convegni di poesia per studiosi ed esperti, letture poetiche aperte a tutti e diversi momenti di conoscenza e scoperta del territorio. Il tutto si conclude con la serata finale di premiazione dei poeti vincitori alla presenza di un intero paese che tributa il giusto riconoscimento ai poeti che la prestigiosa giuria, dopo mesi di attente letture, individua come vincitori.
La poesia come strumento per superare la diffidenza
Qual è stato l’ostacolo più grande che avete incontrato?
La difficoltà più grande è stata suscitare il coinvolgimento della comunità locale. Paolo Prestigiacomo, sotto il profilo artistico-letterario, era stato generalmente dimenticato e la poesia non genera grandi entusiasmi, tanto più in una piccola comunità da sempre dedita all’agricoltura e all’allevamento.
Poi è avvenuto il contagio, in una doppia direzione: noi siamo diventati “maurini” e i maurini, come in un dono silente, si sono aperti all’invito della poesia. Come sempre, lo scetticismo e la sfiducia sono stati superati non in astratto, ma a partire dalla costruzione spontanea e intensa di relazioni umane gratificanti.
Il Festival come attivatore di sistema dello spazio di rigenerazione culturale
Quali sono i vostri obiettivi?
Il nostro obiettivo è ambizioso: co-costruire un futuro per San Mauro Castelverde.
L’obiettivo fondamentale è recuperare in quanto comunità la capacità di mettere in comune valori e visioni positive e costruttive. Vi è bisogno di ri-costruire spazi di riconoscimento e operatività possibili.
Non c’è futuro senza quella che gli studiosi chiamano “coscienza di luogo”. Il nostro obiettivo è riattivarla, ridarle respiro, innescare uno shock che possa tenere lontano il torpore, la sfiducia e lo scetticismo che spesso colpiscono chi vive nei luoghi del margine, come è un paesino montano, pur bellissimo e con un grande potenziale, dell’interno della Sicilia.
Più in particolare, il desiderio è fare del Festival, con tutti i suoi luoghi, un attivatore di sistema, integrando i diversi ambiti di vita e lavoro che contraddistinguono la comunità maurina: l’agro-economia, il turismo, la micro-impresa locale a carattere artigianale.
Il futuro del progetto: uno spazio multiforme e aggregativo
Come immaginate l’evoluzione futura di questa iniziativa?
Il futuro per noi ha preso la forma della Casa della Poesia Paolo Prestigiacomo.
Il nucleo fondamentale del nuovo spazio, ospitato in un convento storico del luogo, sarà costituito dalla vasta e preziosa biblioteca personale di Paolo Prestigiacomo. L’offerta della Casa della Poesia, che sarà anche sala studio e spazio di co-working, si integrerà con le diverse attività del borgo, concentrandosi su quelle contrassegnate da una peculiare curvatura culturale. Siamo ad esempio già all’opera con la creazione di un itinerario di visita “Paolo Prestigiacomo”, all’insegna di un racconto del borgo operato dall’interno.
La Casa della Poesia proporrà un ventaglio diversificato di attività, con un focus specifico sul coinvolgimento della popolazione locale e di tutto il comprensorio madonita, in dialogo aperto con soggetti esterni qualificati, in funzione della dinamicizzazione della vita culturale, relazionale e ricreativa locale che stimolerà ulteriori attività di impegno e cura partecipata del territorio.
Se vuoi conoscere il progetto “Farm Cultural Park”, un altro Civic Place di Fondazione Italia Sociale, clicca qui