Se il vecchio, storico, Luna Park di Porta Nuova è stato da qualche anno sostituito da grattacieli imponenti, proprio muovendo qualche passo lungo Viale Melchiorre Gioia sino alla fermata Stelvio della metro gialla, si può scoprire come Milano sappia ancora conservare un piccolo parco divertimenti a cielo aperto e, pensate un po’, senza biglietto d’ingresso: la Maggiolina.
La Maggiolina: storia di un quartiere milanese
La Maggiolina è uno dei quartieri più ambiti della città pur essendo circondato da zone, storicamente, non certo esclusive: è infatti incastonata tra Viale Lunigiana, Viale Fulvio Testi e Viale Sarca, tutte grandi arterie che portano fuori Milano e che sono caratterizzate da un’edilizia prevalentemente popolare.
Gli ampi spazi verdi della Maggiolina fanno di questo quartiere uno dei primi esempi di città-giardino in Italia, esito di una nouvelle vague urbanistica che, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, portò alcune città europee, tra cui Milano, a mobilitarsi per attuare una riprogettazione nel tentativo di portare in città un po’ di ruralità, abbassando la densità di popolazione ed estendendo gli spazi verdi.
Cascina Maggiolina
Il quartiere della Maggiolina deriva il proprio nome dalla Cascina Maggiolina, un’antica cascina che sorgeva lungo il Seveso e che è stata demolita nel 1920, e potrebbe derivare dalla famiglia dei Maggiolini, antichi proprietari della cascina – setaioli venuti in quel periodo in Lombardia da Firenze – oppure dal dialetto magiòster, cioè fragole, assumendo che la cascina coltivasse quel particolare frutto.
Villa Mirabello, la più bella del quartiere
Villa Mirabello (visitabile su richiesta) è la protagonista indiscussa del quartiere: una volta collocata nella campagna alle porte di Milano, è il classico esempio di cascina quattrocentesca in cui i nobili milanesi usavano ritirarsi per fuggire alle torride giornate del centro città. Mattoni a vista, affreschi, uno splendido cortile e una piccola cappella sono gli elementi che la contraddistinguono; nel corso della storia ha ospitato personaggi illustri tra cui Ludovico il Moro e oggi è sede di una Onlus dedicata ai non vedenti.
Caratteristiche e design del quartiere Maggiolina
Al netto di Villa Mirabello, il quartiere ancora oggi presenta tutte le caratteristiche peculiari che lo hanno contraddistinto dalla sua nascita: è infatti molto riservato e al contempo ospita alcune delle più eclettiche e anticonformiste creazioni degli architetti milanese della prima metà del Novecento. Fra queste meritano una citazione particolare le case a igloo chiamate anche case zucca o, più volgarmente, “Case dei Puffi” e la Villa Figini, detta “Palafitta”, progettata da Luigi Figini come sua abitazione, in via Perrone di San Martino.
In un’epoca in cui dominava un’architettura di stampo classico Figini adottò per la sua casa le istanze del razionalismo, ovvero l’abitazione doveva soddisfare tutte le esigenze di chi la viveva. Ampi spazi di arredo, grosse vetrate per la luce e dei piloni che la rialzavano dal suolo, questi elementi sono ben espressi in Villa Figini che infatti rappresenta il manifesto dell’architettura razionalista italiana e da decenni è Bene Storico Monumentale. Il risultato è straordinario ed è tutt’oggi visibile dall’esterno.
Le particolarissime case dette a igloo o a fungo
La via Lepanto, invece, è spesso conosciuta come “strada degli gnomi”, o “dei puffi”. Queste stravaganti mini-abitazioni risalgono al 1946, realizzate dall’ingegnere Mario Cavallè che importò questo modello abitativo e la relativa tecnica di realizzazione direttamente dagli Stati Uniti.
Dal punto di vista tecnico, queste abitazioni vennero realizzate con un sistema a volta formato da mattoni forati disposti a losanghe convergenti: si sviluppano su due livelli, quello esterno, al di sopra del piano stradale, e quello seminterrato, accessibile solo dall’esterno (o da una ristretta botola all’interno).
Inizialmente in numero di dodici, ne sono sopravvissute soltanto otto, di cui due ancora nel completo rispetto della vocazione originaria. Le “case a fungo” ispirate alla Amanita Muscaria, famosa specie di fungo da cui sembravano trarre la forma caratteristica, vennero invece demolite nel 1965 dal nipote stesso dell’ingegnere Cavallè che le aveva progettate.
Nonostante questi cambiamenti, ancora oggi La Maggiolina conserva intatta la sua vocazione specifica, particolare e sorprendente. Fateci un salto: non sembra nemmeno di stare nella seconda città più grande d’Italia, ma in un villaggio strano, particolare, uscito quasi da una fiaba. Non sorprendetevi dunque se vi capiterà di incontrare un elfo, uno gnomo o un eschimese… l’importante è comunque evitare Gargamella!