Nella primavera 2023 Lugo di Romagna è balzata alle cronache come uno dei comuni più colpiti dalla terribile alluvione che ha colpito il territorio romagnolo. Ma Lugo – da “lucus”, “bosco sacro” in latino – ci rivela una storia di tenacia che ha radici molto antiche.
L’incredibile Spirito dei Lughesi
Nel V secolo a.C. era una città Celtica circondata da paludi che, con la conquista da parte dai Romani nel III sec a.C., divenne un una centuria, in cui si cominciò a bonificare il territorio per scopi agricoli. Dopo 800 anni, i Romani erano ancora presenti sul territorio quando un peggioramento climatico durato 3 secoli provocò lo spopolamento della zona. Senza manutenzione, i canali e i corsi d’acqua naturali strariparono, creando di nuovo una palude che ricoprì le antiche strade romane con un metro e mezzo d’acqua. Una storia già sentita…
Durante il Medioevo l’area fu bonificata di nuovo e divenne un castrum, fu Guelfa e Ghibellina, poi Milanese, per poi finire sotto l’egida degli Este di Ferrara nel XV secolo.
In quel periodo Lugo attrasse dalla Spagna e dal Portogallo una vivace e colta comunità ebraica, di cui ancora oggi esiste un cimitero. Basti dire che da Lugo viene il famoso codice Kaufmann della Mishnà del XI secolo, custodito a Budapest.
Furono gli Este nel 1460 a provvedere per la prima volta all’innalzamento degli argini del Santerno, per poter edificare sulla sponda opposta alla città.
Quando nel 1796 arrivò Napoleone, la tenacia dei Lughesi si dimostrò in tutta la sua fierezza: dalle truppe Napoleoniche vennero requisite varie opere d’arte, tra cui il busto di Sant’Ilario, il patrono della città. La popolazione insorse e ricacciò indietro l’esercito, che poi dovette abbattere le barricate a cannonate.
Dagli Aerei alla Formula 1
A Lugo nasce la prima Società Italiana di Aviazione ad opera di Rambaldo Jacchia, noto esponente della comunità ebraica, e non a caso qui è nato l’asso dell’aviazione della Prima Guerra Mondiale Francesco Baracca, medaglia d’oro al valor militare. Ad oggi Francesco Baracca detiene il record di trentaquattro abbattimenti di aerei nemici – il numero più alto mai raggiunto da un aviatore dell’Aeronautica italiana. Il simbolo del cavallino nero rampante da lui stesso disegnato sulla carlinga del Nieuport 17 della Macchi fu donato dalla madre, la contessa Paolina de Biancoli, ad Enzo Ferrari perché gli portasse fortuna.
Einstein e i tensori di Ricci Curbastro
C’è un legame diretto tra Lugo di Romagna e la Teoria della Relatività Generale di Einstein, che forse non avrebbe mai visto la luce se Gregorio Ricci Curbastro, nato da una delle più antiche famiglie nobili di Lugo nel 1853, non avesse inventato i tensori -anche detti calcolo differenziale assoluto – il linguaggio matematico che ha consentito di descrivere la curvatura dello spazio-tempo alla base dell’equazione fondamentale della Relatività Generale.
Ma andiamo per gradi: Gregorio Ricci Curbastro studiò a Roma e poi a Pisa, finché divenne professore di Fisica Matematica all’Università di Padova. In parallelo alla carriera accademica intraprese la carriera politica, come assessore all’Istruzione di Lugo e poi di Padova. Rifiutò però di candidarsi a Sindaco, per paura di non potersi dedicare a sufficienza ai suoi studi.
Non è un caso se, il 27 ottobre 1921, nell’anno in cui ricevette il Nobel per la fisica, Einstein si sia recato a Padova per ringraziare personalmente Ricci Curbastro. Einstein parlò in italiano, e ringraziò il grande matematico lughese per avere dato un contributo fondamentale alla sua teoria attraverso il calcolo differenziale assoluto.
Tutto è relativo, ma una cosa è certa: chi va a visitare Lugo, oltre a vedere la splendida Rocca Estense, il Paviglione e la Chiesa della Collegiata, fa un tributo ad una popolazione che, nei secoli come ai giorni nostri, si è sempre distinta per tenacia, intelligenza e spirito di sacrificio.
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