Vi siete mai domandati che cosa sarebbe stato il patrimonio artistico italiano senza il contributo della Chiesa Cattolica?
Qui a Stendhapp ce lo siamo chiesto e abbiamo interrogato il nostro database: i numeri che sono usciti ci hanno davvero fatto fare un salto sulla sedia.
Sulla nostra mappa sono presenti oltre 31mila e 500 chiese. Non tutte sono degne di nota dal punto di vista dell’architettura e delle opere d’arte che contengono, ma certamente la maggior parte di esse è spettacolare e colma di capolavori. A prescindere dagli aspetti religiosi – che non sono oggetto di questa ricerca – resta un fatto che la forte fede cattolica degli italiani e la presenza del Vaticano sono state determinanti per fare dell’Italia quello che vediamo oggi, il paese della Bellezza.
Oltre 9000 chiese italiane sono dedicate alla Vergine. I soli Santuari Mariani sono oltre 1500, le località con un nome legato al culto di Maria sono la bellezza di 2.133, segno di una fortissima devozione che attraversa il Paese, senza soluzione di continuità.
Abbiamo pensato di raccontare la storia di alcuni dei santuari dedicati alla Madonna, non necessariamente i più famosi, anzi abbiamo scelto alcuni luoghi di culto Mariano sconosciuti ai più, il cui nome ha suscitato la nostra curiosità.
Madonna della Gamba – Albino (BG)
Che la Madonna fosse una donna in gamba non v’è ombra di dubbio, ma non è questa l’origine di questo santuario barocco in provincia di Bergamo. Si racconta un fatto del 1440, la guarigione della piccola Venturina Bonelli, una dodicenne che rischiava l’amputazione della gamba sinistra per una cancrena. La madre e la bimba stavano piangendo sull’altare dedicato alla Madonna nella chiesa parrocchiale, quando la Vergine apparve alla piccola Venturina e le curò la gamba. Nei secoli la cameretta della bimba divenne un luogo di culto e intorno al 1740 fu costruito il santuario barocco, la cui cripta è esattamente la camera della bambina dove avvenne l’apparizione.
Beata Vergine della Scopa – Osio Sopra (BG)
Fin dal XII secolo dove ora sorge il Santuario dedicato alla Madonna della Scopa, si trovava una cappella campestre dedicata a Maria. Il luogo, in aperta campagna, era frequentato dai contadini e dai viandanti e ad un certo punto…. era veramente sporco! Si dice che a questo punto, proprio la Madonna in persona, con i suoi abiti da Regina dei Cieli, si sia presentata munita di scopa e abbia ripulito la cappella. In seguito alla visita pastorale di san Carlo Borromeo nel 1566 la modesta cappella fu trasformata in un santuario. All’inizio del ‘900 la ristrutturazione del Santuario venne affidata all’architetto Virginio Muzio, il padre del più famoso architetto Giovanni, esponente della corrente tradizionalista – quello della Triennale e della Ca’ Brutta di Milano per capirci.
Madonna della Noce – Inverigo (CO)
Il Santuario della Madonna della Noce nasce da una storia del 1501: 2 bambini che essendosi persi nella boscaglia di Inverigo, furono soccorsi dalla Vergine Maria che apparve loro col Bambino, sopra un albero di noce. Nel 1519 si iniziò la costruzione di una chiesetta in pietra poi, su richiesta dell’inarrestabile San Carlo Borromeo, nel 1582 vennero progettati un santuario e un seminario per la formazione dei preti della zona. Ma quando, 25 anni dopo, il nipote del Cardinale Federico Borromeo si recò ad Inverigo si rese conto che il santuario non era ancora stato costruito! Erano troppo poveri… infatti il santuario vero e proprio risale al 1670.
Madonna della Castagna – Bergamo
Per conoscere la storia di questo santuario dobbiamo tornare indietro al 28 aprile del 1310, quando, la Madonna apparve ad un contadino chiedendo espressamente di costruire una cappella a lei dedicata. Esattamente 200 anni dopo, il 28 aprile 1510, la Madonna si rifece viva e apparve a due uomini, che stavano raccogliendo le foglie per gli animali, chiedendo di nuovo di costruire un edificio a lei dedicato. Sul luogo vi era una grande pianta di castagne, e d’improvviso i frutti ancora acerbi divennero maturi e buoni. A questo punto non ci furono più scuse: la prima pietra venne posta nel 1515 e il santuario assunse l’aspetto attuale alla fine nel 1800.
Madonna dello Schiavo – Carloforte (CA)
Qui la leggenda, che risale alla fine del 1700, racconta di un abitante di Carloforte che, essendo stato fatto schiavo durante un assalto Saraceno, era stato portato in Africa. Il Tabarchino, il mattino del 15 novembre 1800 sulla spiaggia di Nabeul in Tunisia, aveva raccolto parte della polena di una nave su cui era scolpita una Madonna. Una volta liberato, grazie al cospicuo pagamento di re Carlo Emanuele IV di Savoia, portò la statua a casa a Carloforte. Immaginate che viaggio con un simile bagaglio a mano… Per accogliere la statua fu costruita nel centro del borgo di Carloforte la chiesa ottocentesca della “Madonna dello Schiavo” e ogni anno al 15 di novembre si svolge una festa con processione per le vie del paese.
Madonna di Gulfi – Chiaramonte Gulfi (RG)
Per scoprire la storia di questo santuario dobbiamo andare a Costantinopoli nel IV secolo dopo Cristo: secondo la leggenda, una statua della Madonna col Bambino e una statua del Salvatore approdarono sulla spiaggia fra Scoglitti e Santa Croce Camerina dopo essere sfuggite alle persecuzioni iconoclaste. Gli abitanti della zona, che si contendevano le due statue, secondo una consuetudine che ricorre in varie zone d’Italia, risolsero la controversia mettendole su due carri trainati da buoi, lasciando così agli animali la scelta del sito a cui dovessero appartenere le immagini sacre. Il carro che trasportava la statua della Vergine si fermò nei pressi di Gulfi, dove fu eretto il Santuario. Intorno al 580, anche San Gregorio Magno, prima di diventare papa, visitò il Santuario e inginocchiandosi si dice che lasciò l’impronta del suo ginocchio su un gradino. La chiesa come la vediamo oggi risale al 1700. Ogni anno, durante la domenica in Albis (la prima domenica dopo Pasqua) i cittadini portano in spalla la statua della Vergine dal Santuario alla Chiesa Madre del paese; questa processione viene effettuata di corsa, e vede numerosissimi portatori sollevare l’enorme statua della Vergine e issarla, aiutati e sospinti dai fedeli, su per la china che dal Santuario va verso il borgo di Chiaramonte.
Madonna delle Galline – Pagani (SA)
Nel XVI secolo furono proprio delle galline, razzolando, a portare alla luce una tavoletta lignea su cui era raffigurata la Madonna del Carmine. La tavoletta venne inizialmente conservata in uno spogliatoio all’interno dell’antica parrocchia di San Felice. E lì sarebbe probabilmente rimasta, senonché nel 1809, uno storpio che si era addormentato nello spogliatoio vide nel sonno la Madonna che lo invitava ad alzarsi e a buttare le stampelle perché era guarito. Il miracolo ebbe una grande eco e fu solo il primo di una lunga serie.
Nel 1610 si decise allora di costruire una chiesa per accogliere i fedeli in pellegrinaggio, proprio nel luogo in cui le galline avevano trovato la tavoletta. Il santuario è stato via via abbellito e oggi sfoggia una splendida facciata barocca. La domenica in albis si svolge una processione della statua della Madonna del Carmine trasportata su un carro spinto dai fedeli a cui la gente offre vari volatili, principalmente galline, ovviamente, e anche dolci e torte rustiche. Lungo l’itinerario della processione i fedeli creano i “toselli”, edicole votive impreziosite da coperte di raso, merletti e stampi in terracotta e dei piccoli pollai. Ma la caratteristica principale è la “tammurriata”, forsennata musica popolare che fino all’alba del lunedì successivo accompagna i festeggiamenti dei fedeli e… dei pennuti.
Madonna del Pettoruto – San Sosti (CZ)
La Madonna del Pettoruto si trova a 543 metri di altezza nella gola formata dal fiume Rosa tra il monte Montea ed il monte Mula. Il nome deriva da “petruto”, pietroso e anche in questo caso c’è una leggenda da raccontare. Nel XV secolo un abitante di Altomonte, Nicola Mairo, accusato ingiustamente di omicidio, si rifugiò sul monte Montea per sfuggire alla cattura. Mentre si trovava lì in solitudine, in seguito ad una visione mistica, decise di scolpire una Madonna col Bambino sulla roccia e nel 1449 il Mairo fu scagionato. Quando 150 anni dopo, un pastore sordomuto scoprì l’immagine scolpita nella roccia mentre cercava tra i boschi una delle sue pecore, per miracolo cominciò a parlare: la Vergine gli aveva donato il dono della parola per permettergli di rivelare il luogo miracoloso a tutti e far costruire un santuario a lei dedicato. Tuttavia ci vollero 200 anni circa per costruire il santuario della Madonna del Pettoruto, che vide la luce solo nel 1849. Da quell’anno in poi i suoi devoti hanno portato il culto della Madonna del Pettoruto in tutto il mondo, dall’Argentina, agli Stati Uniti e perfino in Canada: è l’unico Santuario Mariano al mondo ad essere gemellato con il Santuario di Nostra Signora di Fatima.
Santuario della Madonna del Fulmine – Massa d’Albe (AQ)
Tutto cominciò con uno sconosciuto pittore, probabilmente toscano, che dipinse un affresco nel 1450: rappresentava la Madonna col Bambino. Nella seconda parte del XV secolo attorno all’affresco venne costruita la chiesa di Santa Maria. Successivamente per decreto papale Santa Maria venne incoronata – da cui il nome della chiesa e dell’intero borgo che venne denominato Corona.
Il XVIII secolo si aprì con due terribili terremoti con epicentro in Abruzzo: la chiesa venne danneggiata e nella ricostruzione l’affresco della Madonna dell’Incoronata fu coperto dall’intonaco e restò nascosto fino alla fine del 1700. L’8 di giugno del 1785 nel cielo quasi sereno di tarda primavera comparve una piccola nuvola che s’ingrossò fino a generare una pioggerella, seguita da un forte tuono e da un fulmine che si abbatté sulla chiesa. Incredibilmente il fulmine evitò il campanile – malgrado il metallo delle campane, non colpì il parroco, né il sagrestano, ma una tela raffigurante San Giovanni Battista che, cadendo a terra, scoprì l’affresco della Madonna sotto l’intonaco. Da quel momento in poi la chiesa prese il nome di Santuario della Madonna del Fulmine. Nel 1915 un nuovo terremoto fece crollare la chiesa, ma la parete con l’affresco di Maria incoronata rimase miracolosamente intatta e lo splendido affresco del XV secolo è tuttora visibile.
Madonna delle Armi – Cerchiara di Calabria (CZ)
Fortunatamente le armi non c’entrano, possiamo continuare a contare su Maria perché ci protegga da guerre e violenza. Il nome deriva dal greco “armon” che significa “grotte”, le caverne del monte Sellaro, noto anche come Monte Santo. La chiesa fu edificata su un antico sito monastico bizantino, noto fin dal X secolo.
Una leggenda narra che alcuni cacciatori di Rossano videro una cerva nascondersi in una piccola grotta del monte Sellaro. La seguirono, ma all’interno non trovarono la cerva, bensì due icone lignee raffiguranti i Santi evangelisti. I cacciatori, meravigliati del prodigio, portarono le icone a Rossano, ma le tavolette sparirono ripetutamente, per essere poi sempre ritrovate nella caverna in cui erano state trovate. Si decise quindi di costruire in quel luogo una cappella per custodirle visto che a Rossano non c’era verso di trattenerle. Durante i lavori, un fabbro innervosito da una pietra ovale che gli capitava continuamente tra le mani, la ruppe con un colpo deciso. La pietra si aprì in due: da un lato l’immagine della Madonna con il Bambino e dall’altra San Giovanni Battista. L’immagine della Vergine è tuttora custodita in una cappella all’interno della chiesa, l’altra fu trafugata e, si dice, trasportata a Malta.
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