Lo svantaggio di essere una città 100% instagrammabile: quando ogni angolo è pronto per l’obiettivo, pochi si ricordano di mettere a fuoco anche la sostanza. Spendendo qualche giorno a Venezia lontano dai luoghi dove si accalcano i turisti, si scoprono tante storie che la rendono unica. Ne ho raccolte dieci: non le più famose, ma quelle che mi hanno davvero raccontato la città.
- A proposito di ponti
A Venezia dove non c’è un ponte se ne costruisce uno – temporaneo, di barche. Nella settimana dei defunti un ponte di barche collega le Fondamenta Nove all’isola di San Michele dove si trova il Cimitero, dalla fine della peste del 1577 il terzo sabato di luglio per la festa del Redentore un ponte collega le Fondamenta delle Zattere alla basilica del Palladio sull’isola della Giudecca, il 21 novembre, anche qui per ricordare la fine della peste del 1630, un ponte di barche sul canal Grande collega Santa Maria del Giglio con la Punta delle Dogana, facilitando l’accesso alla basilica della Madonna della Salute, più prosaicamente un ponte di barche attraversa ogni anno il canal Grande anche in occasione della Maratona di Venezia. Perfino il ponte di Rialto nel XII secolo era un ponte di barche che all’epoca si chiamava Ponte della Moneta.
2. Contrappesi
Il ferro delle gondole a prua fa da contrappeso al gondoliere che si trova a poppa. I sei denti sotto l’elmo del doge rappresentano i sei sestieri di Venezia. A volte tra i sei denti ci sono tre piccoli fregi: rappresentano i tre ponti principali sul Canal Grande: Rialto, Accademia e Scalzi.
3. Acqua filtrata
I numerosi pozzi che si vedono al centro dei “campi” veneziani non pescavano l’acqua da sorgenti sotterranee, ma acqua piovana che veniva raccolta in cisterne foderate di argilla e riempite di sabbia per fare da filtro di depurazione.
4. Riconoscenza
Nel 1630 in segno di riconoscenza per la fine della pestilenza venne eretta la Basilica di Santa Maria alla Salute: ancora oggi il 21 novembre di ogni anno si ricorda quel momento, accendendo ceri per l’anno trascorso in salute. Nel 2020 durante la pandemia da Covid non venne realizzato il consueto ponte di barche e i fedeli veneziani vennero incoraggiati a pregare da casa.
5. Disobbedienza
Il patrono di Venezia nominato dai Bizantini nell’VIII secolo era San Teodoro (Todaro), ma i Veneziani lo sostituirono con San Marco dopo aver trafugato le spoglie dell’evangelista nel 828, inviando illegalmente dieci navi mercantili ad Alessandria d’Egitto in segno di sfida all’imperatore. Il passaggio da San Teodoro a San Marco non fu solo un cambio di santo, ma una trasformazione ideologica: Venezia passò da città bizantina a potenza autonoma, con un patrono evangelista che la poneva sullo stesso piano delle grandi capitali cristiane. La statua del Todaro ancora oggi campeggia su una delle colonne in piazza San Marco a fianco a quella col leone.
6. Whistleblowing
Dopo la congiura del 1310 contro il doge Pietro Gradenigo fu deciso di disseminare nei vari sestieri e all’interno di Palazzo Ducale delle buche delle lettere a forma di bocca di leone per la raccolta di denunce segrete. Nel 1542 fu deciso che le segnalazioni non potessero essere anonime e che dovessero riportare i nomi di almeno 2 testimoni per essere prese in considerazione, ad eccezione delle denunce relative alle congiure ai danni dello stato, Una di queste Bocche di Leone è visibile sulla facciata della chiesa di Santa Maria alla Visitazione alle Zattere.
7. Dittatura
Il doge Marin Falier che nel 1355 volle acquisire pieni poteri fu condannato a morte e decapitato. Al posto della sua effige a Palazzo Ducale venne scolpito un drappo nero con la scritta “Questo era il posto di Marino Faliero, decapitato per tradimento”. La decapitazione di Marin Falier è stata immortalata da Hayez e Delacroix.
8. Garage prestigiosi
Peggy Guggenheim ha tirato un sospiro di sollievo quando ha ottenuto di poter lasciare la sua collezione di arte moderna a Palazzo Venier dei Leoni, temendo di doverla trasferire nel “garage di suo zio” sede del Guggenheim museum di New York progettata nientemeno che da Frank Lloyd Wright.
9. Case sfortunate
Si dice che molti dei proprietari della Ca’ Dario progettata nel 1479 da Pietro Lombardo fecero bancarotta o morirono suicidi, compreso il manager degli Who che l’acquistò nel 1976 e l’imprenditore Raul Gardini nel 1996. Cà Dario è stata immortalata da Gabriele D’Annunzio, Monet e John Ruskin.
10. Libri
Se amate i libri evitate la libreria Acqua Alta, piuttosto visitate la biblioteca dell’isola degli Armeni, perfino Napoleone ne ha risparmiato il saccheggio.

